Luna de lach – raccolta di poesie in dialetto bresciano con traduzione in italiano

Lüna de lach – Luna di lago – 50 poesie in dialetto bresciano con relativi disegni e traduzione in italiano

Casa Editrice a.c.m. Indipendentemente – Novembre 2017

 

 

 

 

 

 

PREFAZIONE a Lüna de lach di Giuliana Angela Bernasconi

Velise, dalla sua vena inesauribile scorre ancora acqua cristallina che, con brusìi d’echi di ricordi, accarezza i fianchi delle colline moreniche, fa vibrare le corde dei sentimenti, disseta germogli spettinati dal vento che soffia dal lago a lambire le sponde del suo paese, rigenera radici mai estirpate dalle sue terre gialle e brune e, sotto lo sguardo mutevole della luna, fa sbocciare fiori e imbiondire frutti per donarci fragranze su fogli bianchi privi di emozioni.

Fogli bianchi che Velise in “Lüna de lach” colma di voce e colore con maestria e passione, unendo l’arte della parola che svela il vissuto della donna all’arte figurativa ricca di tutta la freschezza innocente di una eterna fanciulla.

Ma seguiamo il percorso dell’acqua che l’artista fa zampillare in cicalécci di gocce a impressionare su carta immagini d’una natura dormiente, o dolcemente assopita, o che timidamente si sveglia; tutti quadri con visioni fiabesche tra “pezzi di specchio rotto, dilungati veli, file di perline, pennellate di robinia e cespugli di biancospino” da lasciare coi loro arabeschi, il lettore affascinato e stupito.

Esiste però un’altra Velise, quella raccolta nel suo focolare domestico traboccante di oggetti e addobbi complici dei suoi piccoli piaceri, quale il primo “caffè nero” del giorno che inizia, da sorseggiare lentamente incurante del tempo che incalza, con la prospettiva di tavole imbandite di leccornìe e d’affetti, quando ella con sacrale ritualità si prodiga e si dona a piene mani.

Ma l’autrice di sonetti ricchi di metafore sul tempo che inesorabilmente passa e di liriche colme di significati intensi sull’amaro e il dolce della vita, come spesso accade ai sognatori, si sente costretta nel presente del suo piccolo mondo, e immagina di vedere mutare “due dita di acqua”, adagiate sul “fondo d’un bicchiere di vetro”, in un castello sospeso in quell’universo ideale che vorrebbe le appartenesse.

Nonostante ciò Velise, pur desiderando d’uscire dal “guscio” da lei stessa creato, continua a vivere la sua quotidianità, perché sa che solo così può avvertire i palpiti, le emozioni e i cuori di coloro che ama.

Nulla, per lei, può essere più importante dei suoi cari che ora, coi nipotini Enrico, Melissa e Veronica, han sorrisi dolci, teneri e nuovi.

Così, avvolta in un “mantello foderato di stelle” e con nel pugno quel prezioso “mazzetto di chiavi” a rappresentare la sua famiglia, sorride alla luna e riprende a donarsi e a donare, e a lasciar scorrere i rivoli di quella fonte inesauribile da cui sgorga acqua pura, come su ciascun foglio di questa sua nuova e suggestiva raccolta poetica.

Gepostet von Velise Bonfante – Commedie, poesie e fai da te am Donnerstag, 21. Juni 2018

 

 

 

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