Il folletto Pinuccio – favola di Velise Bonfante

Pinuccio era un folletto birichino, molto molto birichino e mal sopportava di dover lavorare. Il suo compito consisteva nell’aiutare la Fata Maggiolina a dipingere di rosso i papaveri, di azzurro i fiordalisi e di giallo le spighe del grano.

Fata Maggiolina doveva preparare l’arrivo dell’estate e nelle tiepide notti primaverili usciva con i suoi folletti. Fra questi c’era Pinuccio e quella sera, invece di lavorare si era attardato a spiegare ad una chiocciolina gialla e marrone come doveva fare per ritrovare la strada di casa.

Accortosi del ritardo si mise a correre per raggiungere i suoi compagni, ma invano. Quando arrivò alla vecchia quercia rugosa era quasi mattina e trovò quindi l’uscio sbarrato. Povero folletto Pinuccio, era assai preoccupato perché’ non poteva essere visto dagli uomini ed il pensiero di trascorrere un’intera giornata al sole, fuori dal suo regno, lo angustiava. Non si scoraggiò: fece le tre piroette d’obbligo su se stesso, tre passi all’indietro, tre in avanti, due a destra e due a sinistra come prescriveva il manuale e divenne invisibile.

Si sedette a riflettere. All’improvviso gli venne un’idea: per rendere meno monotone le ore da trascorrere pensò di compiere qualche scherzo.

Non visto si affiancò ad un gruppo di bambini che si recavano a scuola. Saltò sulle spalle di uno di loro ed ascoltò i vari discorsi, deciso ad intervenire all’occasione buona per suggerire loro qualche marachella, anzi, molte marachelle. Questi bimbi, si accorse ben presto, erano preoccupati e non in vena di birichinate: non avevano studiato la lezione e temevano di essere interrogati.

E sui banchi di scuola questo accadde puntualmente. Pinuccio vedendo i loro visi angosciati non ebbe cuore di proseguire nel suo proposito e cambiò i suoi piani. Invece di proporre birichinate suggerì loro le risposte esatte intercalando vari utili consigli quali:

– Studia storia…

– Impegnati di più…

– Ripassa le tabelline…

– … oggi pomeriggio fai subito i compiti…

I ragazzi promisero annuendo a loro stessi con la testa colma di buoni propositi.

Pinuccio continuò a saltellare da una spalla all’altra aiutando tutti con risposte e consigli. I ragazzi erano felici, anche il folletto aveva il cuoricino ricolmo di gioia per la buona azione commessa.

Però era stanco di tutto quel saltellare e nel ritorno salutò i bambini che non risposero perché nulla sapevano della sua esistenza e si incamminò verso la grande quercia. Era talmente stanco che si addormentò.

Fu svegliato a notte alta dal chiacchierio degli altri folletti e dalla dolcissima voce di fata Maggiolina:

– Pinuccio, Pinuccio svegliati…

– Devo aver dormito – mormorò stropicciandosi gli occhi.

– Certo – prosegui la buona fatina – per questa volta non ti punirò per il tuo mancato rientro, non ti trasformerò in un sasso come quelli – ed indicò le grosse pietre che si trovavano fra le radici della quercia – non ti punirò perché hai compiuto una buona azione invece di qualche marachella, sei perdonato, ma che non succeda più. Vieni con noi ora, molto lavoro ci aspetta…

Pinuccio raccolse i suoi colori ed i suoi pennelli e la seguì felice di essere stato perdonato e lieto della buona azione compiuta.

 

 

 

 

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