El treno poesia dialetto bresciano di Velise Bonfante – https://www.youtube.com/watch?v=rVf5oTWbrMs
El treno
El vède mia, però el sènte a pasà.
Sota vènt, d’istà, el sò rumùr l’è fiàch,
come ‘n foulard de seda grant
bötàt per aria a sbrisià zo abelaze
isé vulàt.
Quan piöf o quan fa frèt
el ria come na sciarpa che se ‘ntòrcia,
töt entùren, per tègner el caldì.
Ma serti dé,
chèl scainà l’è ‘l vèrs
de l’ustinàs de na mà longa
che serca endàren de ciapà
– come la cua söl calcinculo –
el mèl che g’hó entùren al còl
e portàm vià.
El pröa töte le olte.
Gnènt de fa. El sò sangiòt
mesiàt al me, el va a pirdìs luntà.
Il treno – Non lo vedo, però lo sento passare. / D’estate, sotto vento, il suo rumore è fievole, / come quello di un gran foulard di seta / lanciato in aria che scivola lentamente / mentre vola. // Quando piove o fa freddo / arriva come una sciarpa che si avvolge, / tutt’attorno, per conservare il tepore. // Ma certi giorni, / quello stridere, è il verso / del caparbio ostinarsi di una lunga mano / che cerca inutilmente di afferrare / – come la coda sulla giostra che gira – / il guinzaglio che ho attorno al collo / e portarmi via. // Prova ogni volta. / Nulla da fare. Il suo singulto / mescolato col mio, si dissolve in lontananza.
El treno poesia dialetto bresciano di Velise Bonfante
18 – 6 – 2011 – 1° premio alla 4a edizione del concorso nazionale nella sezione poesia in dialetto bandito dal Comune di Vigonza per la sezione Poesia Dialettale
Motivazione della giuria: L’autrice ben conosciuta, predilige la modalità espressiva dell’allegoria: molte sue poesie stabiliscono un ponte tra una situazione concreta, quotidiana, e una meditazione profonda sul destino proprio o collettivo. Qui, con l’abituale eleganza ed esemplare pacatezza, accade lo stesso: il rumore lontano del treno è descritto con immagini di grande bellezza che da amorevoli e protettive (il foulard, la sciarpa) si fanno infine rutilanti e minacciose (la giostra, il guinzaglio). La costruzione è raffinata e sagace anche nei dettagli: foulard e sciarpa vanno indossati, mentre il guinzaglio si trova già attorno al collo. Metafora di una condizione (umana, femminile?) amara, anche se espressa con impareggiabile delicatezza e con l’orgoglio di chi, comunque, non si fa “portare via”.
questa poesia verrà inserita nel libro di prossima pubblicazione dal titolo Lüna de lach che, come gli altri, sarà una raccolta di 50 poesie e 50 disegni
Poesia pregna di amari ricordi che rivivono attraverso il rumore caratteristico del treno descritto metaforicamente con simboli cari all’autrice. Invano quella mano misteriosa cerca di trascinare con sé chi si sente legata a doveri quotidiani… e si dilegua lontano… singhiozzando… come un treno. Molto apprezzata per il suo stile innovativo che si avvale dell’uso di figure retoriche.