La boccia acchiappafolletti – favola di Velise bonfante

 Nonna Rosa era una signora gentile, con una massa di capelli bianchi sulla testa ed un sorriso sempre pronto stampato sul viso. Era una nonna moderna, tuttavia leggeva molti libri di fiabe, si perdeva nei sogni ed era molto dispiaciuta che la sua nipotina Genny invece non credesse all’esistenza di un mondo incantato.

Genny aveva cinque anni, abituata a guardare la televisione e sfogliare i fumetti non parlava altro che d’astronavi, extraterrestri e personaggi strani che nulla avevano che fare con il mondo della fantasia.

Nonna Rosa era sicura dell’esistenza di fate e gnomi perché, pur vivendo sola divideva il suo grande appartamento con un folletto birichino che si divertiva a farle i dispetti. Lei non l’aveva mai visto ma era certa della sua esistenza. Non si poteva giustificare altrimenti, ogni tanto, quella matassa di lana ingarbugliata.La sera nell’interrompere il lavoro, lei lo riponeva con cura ed ecco che il mattino i fili erano tutti ingarbugliati fra di loro.

Il quadro che non ne voleva saperne di stare diritto e che lei tutte le mattine raddrizzava sorridendo!

La lampadina accesa che senza motivo si abbassava improvvisamente per poi tornare fulgida!

Non c’era altra spiegazione per le cose che sparivano. Piccole cose ma spesso non riusciva più a recuperarle. Spesso sentiva degli strani scricchiolii sul legno nel pavimento, e ancor più insoliti erano quelli che sentiva provenire dell’armadio.

La sera mentre leggeva nonna Rosa poteva seguire gli spostamenti del folletto birichino proprio in base a questi scricchiolii, però stava zitta e faceva finta di niente. Non sapeva come fare ad avvicinarlo senza spaventarlo. Non voleva che se n’andasse da casa sua desiderando farlo conoscere alla nipotina Genny. “Ecco – avrebbe detto – ecco cara nipotina, questo è un folletto birichino, generalmente abita nel mondo della fantasia, però questo vive con me silenziosamente, se tu guardassi meno la televisione forse, un qualche folletto verrebbe a fare compagnia anche a te”.

Come fare e cosa?

Un giorno Nonna Rosa lesse su di una rivista che nei paesi nordici, nella Scandinavia o nella Norvegia una volta, tanto tempo fa, esistevano delle “boule” acchiappafolletti. Erano delle sfere di vetro: delle bocce di cristallo lucente e trasparente che sistemate in un angolo della casa con il loro bagliore incuriosivano i folletti. Costoro avvicinandosi per vedere meglio ne restavano intrappolati e non avrebbero quindi fatto più dispetti.

Nonna Rosa prese il telefono ed iniziò a telefonare agli antiquari di sua conoscenza. Nessuno di loro ne possedeva una. Solo il vecchio Giovanni la indirizzò ad un commerciante di Milano, molto noto e famoso per le cose strane che riponeva nel suo magazzino. Nonna Rosa coraggiosamente affrontò un viaggio avventuroso con il treno per giungere fino a Milano. Ricevette una ricompensa alla sua tenacia: in un angolo polveroso l’antiquario trovò una sfera di cristallo lucente. Era una “boule”, una boccia di venti centimetri di diametro, tutta di vetro trasparente che riflettendo la luce mandava degli strani bagliori.

La sera stessa la sistemò in un angolo del salotto, vicino al caminetto e Nonna Rosa sorrise soddisfatta della sua decisione.

Passarono alcuni giorni senza che nulla accadesse, ma una notte si svegliò di soprassalto senza un motivo apparente. Subito pensò alla boccia acchiappafolletti e si precipitò in salotto. Restò senza fiato: due occhietti spaventati la fissavano da dietro il vetro opalescente.

– Non temere – Tentò di rassicurarlo Nonna Rosa – non ti farò alcun male. Dimmi chi sei, come ti chiami?

– Sono il folletto Piripicchione, di giorno dormo e la notte sono un curiosone.

– Io sono nonna Rosa e la mia nipotina di nome Genny guarda troppo la televisione. Non crede più alle favole. Vorrei proprio che lei ti vedesse.

– Non è possibile, solo chi crede alle favole potrà scorgermi nei riflessi del cristallo, per gli altri io sarò sempre invisibile…lei vedrà solo una sfera di vetro…

– Come posso fare? Non puoi aiutarmi?

– Ti aiuterò a patto che poi tu mi liberi da questa brutta sfera di cristallo.

– Va bene, promesso. La rivenderò ad un antiquario.

– Non può rivenderla con me dentro, io vorrei uscire da questa prigione…

– Giusto, come si fa?

– Rompendo la sfera…

– Va bene, promesso.

Nonna Rosa corse a casa della nipotina Genny che protestò perché lei le spense il televisore nel bel mezzo di un cartone animato.

– Ho una bellissima cosa da farti vedere.

– Di che cosa si tratta nonna?

– È una sorpresa. Devi promettermi che da oggi in poi crederai alle favole.

– Nonna, nessuno crede più ai maghi o alle fate, è roba fuori moda…

-Piccola mia, resterà un segreto fra me e te, non lo diremo a nessuno. Ti prego, per un momento, cerca di pensare intensamente ad un folletto…

Così chiacchierando arrivarono a casa della nonna. Genny era curiosa di vedere la sorpresa e anche la nonna era ansiosa di mostrarle la sfera con il folletto imprigionato. La delusione di entrambe fu grande quando alla luce del sole la sfera, la magica “boule” acchiappafolletti, si presentò come una normale boccia di vetro.

– Nonna, sembra una sfera di quelle che usano i  maghi per predire il futuro

– Hai ragione Genny, proviamo a chiudere le persiane e vediamo che succede al buio, forse riusciremo a vederlo. Il  folletto Piripicchione di giorno dorme e la notte è un curiosone.

– Come ai detto che si chiama?

– Piripicchione.

Così dicendo nonna Rosa chiuse le persiane. Genny saltellava attorno alla sfera di cristallo canticchiando “Piripicchine – Piripicchione” ed ecco, come per magia, il materializzarsi di due occhietti curiosi…

– È un pesce!? – Disse Genny per nulla spaventata guardano dentro la sfera di cristallo.

– Non sono un pesce ma un folletto…tu continuavi a chiamarmi ed io sono venuto…

– Sei il folletto Piripicchione?

– Sì, di giorno dormo e la notte faccio il curiosone.

– E cosa fai chiuso lì dentro?

– È stata la mia curiosità ad imprigionarmi. Questa è una sfera fatta apposta per acchiappare i folletti.

– É sono stata io a mettere la sfera – intervenne nonna Rosa, poi rivolgendosi sia alla nipotina che al folletto, soggiunse – ed ora lo liberiamo.

Prese la sfera fra le due mani, la sollevò, allargò le dita  e la lasciò cadere in terra. Fra i mille pezzi di vetro colorato e scintillante apparve una figurina minuscola. Genny  e la nonna si inginocchiarono per chiaccherare un poco con lui.

– Ora sei libero – disse la nonna

– Ma sei un folletto vero? – Chiese Genny – sembri un puffo…

– I Puffi sono di colore celeste, noi di colore giallo, siamo un po’ fuori moda…

– Lo dicevo anch’io alla mia nonna che i folletti sono fuori moda – disse Genny – però sei bello lo stesso… perchè non vieni con me a casa mia…

– Noi non abitiamo nelle case dove c’è sempre il televisore acceso.

– Se vieni con me – gli rispose Genny – ti prometto che lo lascerò spento, se vuoi potremmo vedere insieme le avvenutre dei puffi…

– Vai, vai pure con lei Piripicchione, è bello sapere che i bambini credono ancora ai folletti…

Piripicchione fece un salto e si nascose in una tasca del cappotto di Genny e fu così che traslocò di casa.

Nonna Rosa raccolse i pezzi di vetro della sfera e li gettò senza rimpianto nella pattumiera, oramai, in mille pezzi era del tutto  inutilizzabile.Nell’uscire dalla stanza raddrizzò sorridendo il quadro storto.

Qualcun altro faceva i dispetti?

Nonna Rosa pensò fra se e se… chissà se l’antiquario avrà un altra boccia  acchiappafolletti  da vendere.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.